
I risultati del Progetto Skillmatch Insubria per il settore bancario: persone e tecnologie nella banca del futuro

L’indagine condotta dalle Università italiane LIUC e Uninsubria e dalla svizzera SUPSI ha interessato anche i settori meccanico, edilizio, informatico e chimico-farmaceutico.
Milano, 14 marzo 2022 – Dalla ricerca condotta nell’ambito del Progetto Interreg Skillmatch Insubria nel settore bancario è emerso che l’imprevedibile impatto della pandemia, unitamente ad una serie di trend esogeni in atto da anni, ha costretto gli Istituti di Credito a ridefinire le proprie strategie. Più nel dettaglio, globalizzazione, digitalizzazione, transizione demografica e crisi sanitaria hanno accelerato il cambiamento del settore bancario, dimostrando il ruolo fondamentale della risorsa umana, fonte di valore e condizione per lo sviluppo. Ma hanno anche trasformato il tema delle competenze in una sfida cruciale per le banche.
Dalle interviste realizzate, sul versante italiano e su quello ticinese dell’Insubria, è emerso chiaramente come, sulla spinta della forte digitalizzazione che sta caratterizzando il settore, vi sia la necessità di figure nuove, prevalentemente riconducibili all’area dell’ICT, come specialisti di cybersecurity, data scientist, data analyst, esperti in digital marketing e growth hacking. Nelle province italiane l’evoluzione dei modelli di servizio si accompagna alla razionalizzazione della presenza nei ruoli di rete commerciale: da un lato è evidente la riduzione del numero di sportelli fisici, sostituiti da quelli digitali per le operazioni più semplici e routinarie; dall’altro, invece, occorre riconfigurare alcune mansioni, come nel caso dei gestori di patrimoni.
Negli istituti bancari ticinesi intervistati sembra delinearsi una tendenza a puntare sia su una forte cultura organizzativa che definisca l’identità della banca orientata sulla qualità del servizio al cliente, sia sulla formazione per fare fronte ai repentini e numerosi cambiamenti del settore. Guardando al futuro, rimane saldamente al centro la volontà di garantire una piazza finanziaria di qualità rappresentata da operatori con un mix equilibrato di competenze tecniche e soft skills, ritenute sempre più importanti anche sul versante italiano. Si rileva inoltre la necessità di proporre attività finanziarie che rispondano ai principi di sostenibilità e alla sfide lanciate dalla digitalizzazione e dalla tecnologia.
Un problema rilevato su entrambi i versanti è quello dello staff ageing e dell’obsolescenza delle competenze: vi sono stati (e vi sono tutt’ora) ingenti investimenti per realizzare appositi percorsi di upskilling e reskilling della forza lavoro con l’obiettivo di valorizzare e sviluppare quel mix di competenze che può fare evolvere verso nuove mansioni di riferimento.
Infine, ma non di minore importanza, per molte delle banche intervistate si è reso necessario un sostanziale ripensamento delle attività di selezione del personale, andando a modificare in primo luogo l’employer branding, per adeguarsi soprattutto alle esigenze delle nuove generazioni, che prestano sempre più attenzione ai valori aziendali di riferimento e che sono alla ricerca di una carriera ugualmente soddisfacente ma in presenza di un maggiore bilanciamento tra esigenze di vita e di lavoro.
I risultati della ricerca sul versante italiano (integrati da ulteriori contenuti) sono stati raccolti nel libro “Banca Skill”, curato da Eliana Minelli, docente dell’Università LIUC Carlo Cattaneo (capofila del progetto). Il testo fa parte della Collana Università Cattaneo Libri, edita da Guerini Next, che raccoglie contributi originali frutto della riflessione e del confronto della ricerca accademica con il mondo delle imprese e delle istituzioni.
Skillmatch Insubria è un progetto di Ricerca-Azione finalizzato ad approfondire il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nella regione insubrica, che si comprende il Canton Ticino in Svizzera e le province italiane di Varese, Como e Lecco. Partner del Progetto sono l’Università Carlo Cattaneo LIUC (capofila), PTSCLAS e l’Università dell’Insubria, sul lato italiano; SUPSI (capofila) e Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport del Cantone Ticino, sul lato ticinese. Il progetto è seguito da un comitato consultivo composto da: Associazione Industrie Ticinesi, Conferenza della Svizzera Italiana per la Formazione Continua degli Adulti, Divisione dell’Economia (Dipartimento delle Finanze e dell’Economia), Sindacato OCST, Sindacato UNIA e Società degli Impiegati del Commercio; ComoNext, Confartigianato, Imprese Varese, DG Formazione e Lavoro Regione Lombardia, Osservatorio Permanente sul Fenomeno del Frontalierato, Unindustria Como e UNIVA.